FORSE NON CI MERITIAMO GLI ALPINI PARACADUTISTI


Breve riflessione sugli inneschi mediatici di certa informazione

 

Di Leandro Abeille

Roma, 27 maggio 2015

 

 

 

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Fabio Comini, l'Alpino morto durante un'esercitazione. Foto web  

 

Nel nostro paese affermare delle idiozie è diventato un vanto.  Succede ovunque, in politica, a volte nella scienza e raggiunge il suo apice su internet. Ormai le opinioni sono talmente massificate, inutili e scadenti che non ci accorgiamo più quale parere è degno di attenzione e quale andrebbe cestinato nell’angolo più buio della nostra memoria. E’ quello che è successo rispetto alla morte di un giovane Alpino Paracadutista ascolano, in addestramento presso la Folgore a Lucca.

Fabio Comini era un giovane militare appartenente al 4^ Reggimento Alpini Paracadutisti con sede a Montorio Veronese (VR), a loro volta inquadrati nel Comando delle Operazioni Speciali, un ragazzo che aveva scelto un lavoro difficile e pericoloso, non solo nei teatri d’operazione (Iraq, Afghanistan, Libano) ma anche in addestramento.

Quello che ci interessa di Fabio è la sua passione lavorativa, perché quello che piaceva a lui, fa stare sicuri noi.  La sicurezza nasce dal fatto di poter dormire sonni tranquilli perché c’è gente che vigila, che siano Poliziotti o Carabinieri o militari in Patria o in missione, poco importa, grazie a loro noi abbiamo pace e democrazia. Grazie a loro abbiamo la libertà di esprimere, come prevede la Costituzione, la nostra opinione. La Costituzione, che ci piaccia o no, è difesa non solo dal Presidente della Repubblica e dalla Corte Costituzionale ma da tutti i nostri ragazzi e ragazze in divisa, per loro la “difesa della patria è (ancora) sacro dovere del cittadino” cosi come prevede l’art. 52 che troppo spesso viene dimenticato a scapito di articoli evidentemente “più comodi”.

La libertà in generale e quella di opinione in particolare, sono cosi importanti che anche l’abuso è in qualche modo garantito. Spiace perciò constatare che da alcuni siti internet, tweet e profili facebook si faccia gioioso sfoggio della morte di un giovane Alpino Paracadutista che ha dato la vita anche per chi, dopo qualche ora, era contento della sua morte. Purtroppo però quando l’idiozia è di casa, il più imbecille diventa capopopolo.

Fa rabbia vedere esponenti delle frange più estreme della sinistra bearsi della scomparsa di un ragazzo perché di idee opposte. Sono convinto che, come cittadini italiani, tutti dobbiamo rendere onore all’appartenente degli Alpini Paracadutisti dell'Esercito Italiano, altre appartenenze erano affar suo e di nessun altro. Fabio era il nostro "angelo di morte delle montagne” e non un pretesto per dire o scrivere idiozie a sfondo politico.

Cento anni fa, migliaia di penne nere si preparavano a dare la loro vita per Trento e Trieste, purtroppo, tantissimi vennero accontentati, e, se all’uomo comune, guardando quello che scrivono i propri connazionali, sfugge il senso di tanto sacrificio proprio per le opinioni idiote di questi compatrioti irriconoscenti, gli Alpini Paracadutisti questo senso di sacrificio  e di abnegazione verso la Patria e i suoi cittadini lo scrivono nel loro motto: “Mai strac”. Mai stanchi di fare il loro dovere.

 

Leandro Abeille è giornalista e sociologo, OSCE Law Enforcement Instructor. 

 

 

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