Di Redazione, del 12 dicembre 2014
Arriva, arriva, arriva… tutti ai posti di combattimento perché il Natale è alle porte e come sempre, “chi ben comincia è a metà dell’opera”! In un clima di freddo, (non solo per le condizioni meteo) tra crisi economica e speranza nel futuro, non resta che vivere il presente e consacrarsi al grande rituale delle festività. Ma tutto è cambiato. In passato l’occasione diventava propizia per riunirsi giorni prima e dedicarsi in famiglia (sorelle, cognate, mamme e figliole) alla riunione più importante di tutte: la preparazione dei dolci natalizi!
Una deliziosa strenna realizzata dalla signora Dina D'Angelo. I biscotti fatti a mano sono una peculiarità di chi è davvero un'artista in cucina! Foto De Armas
Teglie di qua, ingredienti di la, profumi sparsi per ogni dove: ogni famiglia riusciva a produrre il quantitativo utile a sfamare un’intera caserma, secondo le ricette più antiche e i rituali tipici di ogni ceppo, dove finanche la teglia in rame della trisavola, diventava l’ingrediente segreto per delle leccornie strepitose! Ma la tradizione può essere anche "rivisitata" della giovani mamme più creative che si lasciano andare a nuovi progetti, come ad esempio le decorazioni di confetti!
I confetti decorati a mano sono molto di moda negli ultimi anni e stanno diventando un simpatico dono anche in occasioni speciali. In queste foto alcuni esempi tratti dalla pagina Facebook di Confettimania.
Oggi si comincia dalla lista della spesa, appuntata dalle moderne massaie sui propri telefonini o sul pc, condividendo ricette via mail e fotografie su Facebook ancor prima di assaggiare, in pieno stile Foodstagram. L’aiuto della mamma non serve che per pochi istanti via Facetime, tanto c’è Bimby che impasta per noi, il forno ventilato che cucina mentre il robot per pavimenti gira per casa da solo riordinando tra briciole e polvere. Insomma, al giorno d’oggi la tradizione prende altre forme ma rimane tuttavia una pietra miliare nella storia di ognuno di noi. Per molti ci sarà stata l'occasione di visitare i mercatini di Natale che affollano le nostre città, e di curiosare tra addobbi, dolci e piccoli doni per i propri cari. Bene, vi è mai capitato di acquistare oggetti “sconosciuti” alla nostra cultura e tradizione natalizia e chiedervi da dove provengano o domandarvi, semplicemente, perchè siano diventati parte dei nostri simboli natalizi?
I Candy Cane. Foto web
Prendiamo ad esempio il Candy Cane, quel bastoncino-caramella considerato da tutti il classico simbolo del Natale, che molti appendono anche ai rami del proprio Albero di Natale. Nacque nel lontano XVII secolo, quando lo zucchero era un bene di lusso e compariva sulle tavole dei borghesi durante il periodo di festa, principalmente la settimana di Pasqua e Natale. Furono i bambini della Cologne Cathedral in Germania, che dopo aver servito messa ricevettero il primo bastoncino per essere ricompensati dal maestro di canto nel 1670. La tradizione di allora voleva che la caramella rappresentasse il bastone del pastore (riferito alla pericope del Buon Pastore).
In molti hanno anche pensato a una forma a uncino capovolta che richiama invece il nome Jesus Christ, come omaggio a Gesù, ma qualsiasi sia la sua fattezza, esso diventerà un bene distribuito su larga scala quando prenderà vita la fabbrica di Gregory Keller nel 1920.
Passiamo all’Albero di Natale. Perché si addobba l’Albero? La risposta va ricercata nell’antico Egitto, dove durante il culto del sole si addobbava una piramide. Tradizione ripresa da altri popoli che utilizzarono quel che avevano a disposizione, ovvero gli alberi! Le luci sull’albero, come nel culto del sole, rappresentano la luce della vita. La scelta di festeggiare il Natale il 25 dicembre risale al 354 dopo Cristo per volere di Papa Liberio. Il Papa scelse quella data perché corrispondeva al giorno della festività romana del compleanno del sole. Ma è solo una delle versioni, in realtà la tradizione ci regala migliaia di storie e leggende legate a questo simbolo.
I presepi esposti presso il mercatino di Salisburgo. Foto De Armas
E l’inventore del presepe? San Francesco, nel tredicesimo secolo. Il rito dello scambio dei regali che manda in ansia milioni di consumatori che si vedono costretti a dover fare i conti con soldi e idee? Beh, alla fine dei saturnali (ciclo di festività della religione romana) i cittadini si scambiavano miele, fichi e ramoscelli sacri, in onore di un’antica tradizione portata avanti da Romolo, il fondatore di Roma. L’usanza dello scambio dei regali è rimasta, (per buona pace di tutti gli esperti di marketing) doppiamente corroborata dal clima natalizio.
Le Stelle di Natale, uno dei doni più diffusi per addobbare i salotti natalizi. Foto web
E quella meravigliosa stella di Natale che molte signore amano collocare in casa per ravvivare lo spirito natalizio fin dai primi di dicembre? Era una pianta coltivata già da Indios e Aztechi per cui era un fiore simbolo di purezza il cui colore rosso intenso riportava alle gocce di sangue di una dea morta per amore. Ma un’altra è la leggenda messicana più famosa che riguarda questo fiore: si dice che molti secoli fa, durante la notte di Natale, in chiesa, una bambina molto povera desiderava mostrare a Gesù il proprio amore, ma non aveva i mezzi per farlo. Una voce però le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi ed erbe che, depositate sull’altere, si trasformarono in meravigliose stelline rosse. L’idea di “amore” che incornicia la leggenda prende anche altri significati, tanto che in Francia prende il nome di Étoile d’amour (Stella d’Amore) e viene diffusa in occasione della Festa della Mamma. In Centro-America invece, la chiamano Hoja encendida (Foglia infuocata) e simboleggia la passione. L’Italia accoglie questa pianta soltanto due secoli fa, quando venne usata per adornare la Basilica di San Pietro. Buon Natale!
Un originale scorcio dei prodotti del mercatino di Bolzano. Foto De Armas
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