DIFESA: Esercito e Marina Militare intervengono a Molfetta per rimuovere e distruggere 84 ordigni esplosivi a caricamento speciale


Le operazioni di bonifica sono iniziate a novembre per concludersi nel mese di febbraio 2019

 

Fonte: Ufficio Pubblica Informazione, Stato Maggiore Difesa, del 27 novembre  2018

 

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Dal 27 novembre 2018 la città di Molfetta vedrà collaborare gli Artificieri del 11° Reggimento Guastatori di Foggia dell’Esercito Italiano e i Palombari sub/eod del Comando Subacquei e Incursori della Marina Militare (Comsubin), per condurre delle delicate operazioni tese alla rimozione subacquea e successiva distruzione idi numerosi ordigni esplosivi a caricamento speciale, rivenuti durante le attività di bonifica che hanno interessato il porto negli ultimi anni. 

Tale intervento è stato richiesto dalla Prefettura di Bari sulla base dei ritrovamenti di tali ordigni esplosivi da parte di alcune ditte specializzate in tale settore.  In totale saranno rimosse 83 bombe incendiarie ed 1 bomba al fosforo americana da 100 libbre, che erano state stoccate in mare in un area di sicurezza individuata dalla competente Autorità Marittima. I Nuclei S.D.A.I (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militare , con sede a Taranto, hanno provveduto al recupero degli ordigni bellici rinvenuti sul fondale del mare di Molfetta per poi passarli in consegna ai colleghi dell’11° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito che hanno operato per la messa in sicurezza degli ordigni al fine di consentirne il trasporto e la distruzione presso una locale cava. 

Questi ordigni, a differenza di quelli di tipo convenzionale, sono caricati di sostanze chimiche che innescano la loro reazione incendiaria solo quando vengono esposte all’ossigeno presente nell’atmosfera, per tale ragione, le attività di bonifica che si susseguiranno fino al mese di febbraio 2019, vedranno immergersi gli artificieri subacquei della Marina, in forza al Nucleo SDAI per prelevare dal fondo i diversi ordigni a caricamento speciale e consegnarli in superficie agli artificieri dell’Esercito, attraverso dei contenitori allagati allo scopo di impedirne il contatto con l’atmosfera. 

 

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