Di Redazione, del 26 agosto 2015
Uno scorcio dal mare della splendida natura sarda sulla costa dell'ogliastra. Foto De Armas
La Sardegna parte anche da qui! Volete provare uno degli innumerevoli percorsi alternativi per conoscere una parte della più nota isola italiana? Panorami che possano lasciarvi con il fiato sospeso e il soddisfare l’esploratore che è in voi? Allora zaino in spalla, generi di conforto, macchina fotografica (per i più creativi) e tanta voglia di mare e avventura. Abbiamo scelto un percorso in barca della durata di un giorno, che si snoda tra le coste dell’“ogliasta” una delle zone più suggestive dell’isola. Comodo, spettacolare e ricco di sorprese.
Giunti sull’isola con traghetto o aereo, la strada per arrivare alla cittadina di Tortolì vi darà un assaggio di quello che più tardi andrete a toccare con mano. Aprite i finestrini, i profumi di Sardegna tra mirto e ginepro vi riempiranno l’anima, come il suo popolo.
A sinistra, uno spaccato della costa. Si narra che i fondali racchiudano relitti di imbarcazioni. A destra, l'ingresso alla Grotta del fico vista dal mare. Foto De Armas
Tortolì è un gradevole luogo di vacanza, ma è nella vicina Arbatax che troverete il vostro sito di partenza. Tutte le informazioni su percorsi in barca, itinerari e prenotazioni sono qui, divertitevi a organizzare: www.mareogliastra.com. Ve ne sono di differenti tipi, starà a voi scegliere quel che più vi aggrada, ma sono tutti egualmente straordinari. Una volta prenotato non resta che organizzarsi la giornata.
Nello zaino suggeriamo: panini e vari generi di conforto (mare e passeggiate mettono appetito), bottiglia d’acqua, crema solare (da applicare più volte, il sole in Sardegna è “accogliente”), telo da spiaggia in microfibra (è più leggero e si asciuga subito), occhiali da sole, scarpette di gomma per gli scogli (indispensabili per le esplorazioni in grotta), una maschera per le immersioni per gli amanti del mare. Abbigliamento comodo, ovviamente almeno un paio di costumi da bagno.
A sinistra, "generi di conforto" tipici sardi consumati sui sassolini bianchi di Cala Mariolu, a destra, la motonave Borea vista dalla Grotta del Bue. Foto De Armas
Si parte dal porto turistico di Santa Maria Navarrese o Arbatax. Le imbarcazioni sono sicure e navigare diventa davvero rilassante, anche perché gli equipaggi sono sempre cortesi e ospitali e saranno ben lieti di rispondere a tutte le vostre curiosità. Abbiamo scelto un itinerario a bordo della motonave Borea, con i suoi 23 metri e i 200 posti disponibili è davvero comoda. E’ un piacere chiacchierare con il comandante, la sua famiglia e l’equipaggio, sono tutti gentili e pronti a raccontarci tanti piccoli aneddoti legati agli scorci che via via si palesano allo sguardo, ci si sente proprio in famiglia! Il panorama della costa di Baunei è davvero mozzafiato, perché la Sardegna nasconde anfratti e calette davvero inimmaginabili! Ma è solo l’inizio.
Il nostro percorso ha un paio di soste, quella a Cala Mariolu e a Cala Luna, luoghi sorprendenti che metterebbero in ombra qualsiasi paradiso tropicale. Cala Mariolu ha
dei colori da cartolina, toccano sfumature tra le più differenti tra blu, verde smeraldo e azzurro, un mare incastonato come una pietra preziosa da una miriade di sassolini bianchi che formano la Cala.
Cala Mariuolu vista dal mare. Foto De Armas
L’appellativo “Mariolu” deriva da “mariolo” (“ladro” in ponzese), che i pescatori oltremare diedero alla Foca Monaca. Essa era solita depredare il pescato dalle reti e dai nascondigli organizzati dagli uomini. Si tratta di una caletta quasi inaccessibile da terra, con la sua falesia alta circa 500 metri a picco sul mare. Una grande pietra, detta in sardo sa perda ‘e su saltatori, divide in due la spiaggia e funge sia da trampolino per i tuffi che da naturale molo per il trasbordo dalle barche. Cala Luna (in sardo Elune) è un “piccolo” istmo di spiaggia dalla sabbia finissima e bianca. Delimitata da una falesia a picco di circa 300 metri, rappresenta un posto tranquillo in particolare per le famiglie.
Luoghi in cui si può decidere di trascorrere anche l’intera giornata e consumare il proprio pasto al sacco, con grande attenzione alla natura che ci ospita. Spiaggia bianca mare su cui le imbarcazioni sembra proprio che volino, per via della limpidezza dell’acqua… le foto parlano per noi, chi resisterebbe a un tuffo? Ai piedi delle falesie verrebbe voglia di immergersi e restare lì per ore, ma ci aspettano la “Grotta del fico”, così chiamata per via dell’albero di fico che spunta al suo ingresso, e le “Grotte del bue marino” che prendono il nome dal verso delle foche monache che una volta abitavano questi luoghi.
L'arrivo alla Grotta del fico, l'ingresso e la signora Manuela, la guida turistica della Società Speleologica Baunense. Foto De Armas
La Grotta del fico è stata resa disponibile alle visite soltanto nell’agosto 2003. Si apre a 10 metri dal livello del mare, lungo la muraglia calcarea del Golfo di Orosei, ma le strutture organizzate sia per i passaggi pedonali dalle imbarcazioni alla grotta, che all’interno (consentono di camminare il letto fossile di un antico fiume) risultano comode e funzionali per tutti.
Scorci del percorso che si snoda nella Grotta del fico, tra piccole pozze d'acqua e concreazioni. Foto De Armas
Lo sviluppo della grotta, finora noto, è arrivato a 1800 metri. Nella visita sarete accompagnati da simpatiche guide dallo spiccato accento del posto. Gentili e preparate renderanno l’escursione sicura e piacevole. Per informazioni www.grottadelfico.it
L'ingresso alla Grotta del bue. All'interno vi è un piccolo molo per l'attracco delle motonavi e gommoni che trasportano i visitatori. Foto De Armas
La “Grotta del bue marino” è situata sul litorale del territorio del comune di Dorgali. Lunga 5 chilometri si dirama in due tronconi tra laghetti d’acqua dolce alimentati da fiumi sotterranei e spiaggette sabbiose ricche di concreazioni. Essa ha da sempre un’importanza anche dal punto di vista archeologico, considerato che su una parete del percorso iniziale sono state rinvenute delle incisioni rupestri rappresentanti una danza rituale. Le scarpette per gli scogli si rivelano utilissime, nelle grotte l’acqua non manca e il percorso risulta così estremamente confortevole.
La giornata sfila via veloce e tra un’escursione e l’altra è piacevole sostare in una delle calette per consumare un rapido e leggero pranzo al sacco, non prima di aver fatto un bel tuffo. A rientro ad Arbatax per cena, il consiglio è di accomodarsi in uno dei tanti ristoranti che promuovono prodotti e ricette tipiche. Tra i tanti, il ristorante dell’hotel Poseidonea (www.hotelposeidonia.it), e l’hotel rurale S’Abba e Sa Murta (
www.hotelabbaemurta.it), un delizioso scorcio nelle campagne sarde, coccolati dall’ospitalità del posto come solo la gente sarda sa fare!
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